Rimini | Galli(Provincia) e Gnassi(Comune) scrivono a Gnudi: Turismo assente da campagna elettorale
E’ partita da Rimini un’epistola-invettiva firmata dal sindaco Andrea Gnassi e dal suo nuovo compagno di penna Fabio Galli, assessore al turismo per la Provincia. La lettera è indirizzata a Piero Gnudi, ex ministro per il turismo. Un modo per ‘salutare’ (poco simpaticamente) il cambio di vertice previsto tra meno di due mesi.
Il problema rilevato dai due politici è che “in questo scoppiettante avvio di campagna elettorale, si aggira un fantasma: il turismo italiano. Da alcuna parte, in nessun discorso o agenda o taccuino o bozza di programma, si accenna minimamente a qualsivoglia ipotesi di riaccendere il motore di uno principali asset di sviluppo che il Paese detiene”. E a nulla varranno cassetti pieni di analisi e valutazioni, forse anche di progetti, lasciati in eredità al prossimo esecutivo. “Se non sarà un governo intero ad assumere pienamente la consapevolezza del valore economico, sociale, culturale, naturale, di immagine di una programmazione turistica e culturale finalmente innovativa e concreta, tra qualche anno altri si troveranno a riscrivere queste stesse righe, sempre più disperate, sempre più inutili”.
Le righe “disperate e inutili” riguardano dieci anni in cui nulla è stato seminato per il turismo. Non fanno eccezione gli ultimi 15 mesi, “distintisi per afonia di contenuti, ammantati di tanto in tanto da qualche discorso ricco di impegni ma povero della susseguente concretezza”. E via con il riassunto delle promesse mancate, “imponenti campagne di comunicazione, piani strategici, finanziamenti ai Comuni turistici; 50 azioni vere qui, 30 miliardi di euro in più di PIL là. Il tutto da finalizzare entro la fine del 2012. Niente di tutto questo si è visto, salvo il cambio della governance all’Enit cui però mancano ancora le gambe economiche per rialzarsi in piedi”.
La rivendicazione va avanti col tema delle concessioni demaniali soggette alla direttiva servizi europea (per l’Italia prorogate al 2020) e dei progetti di riqualificazione del lungo mare bloccati da crisi e anche da questioni relative alla proprietà delle zone interessate. Parlano di “approccio ‘felpato’ (eufemismo) con cui gli uffici preposti valutano le proposte e i progetti degli enti locali per riqualificare parti di tessuto urbano a chiara matrice turistica. Nemmeno in questo, dove bastava un semplice decreto per mettere a disposizione dei territori importanti asset da riqualificare e con essi potenziare l'offerta turistica del Pese, abbiamo potuto riscontrare quella concretezza tecnica di cui in altri casi si è fatto vanto l'esecutivo”.